Il DiSI™ City, l’indice nato dalla partnership tra la Fondazione per la Sostenibilità Digitale e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, rappresenta l’evoluzione del DiSI™ applicata alle Città Metropolitane italiane.
L’indice è stato infatti declinato sulle quattordici città metropolitane del Paese, offrendo un’analisi delle percezioni dei cittadini in relazione alla sostenibilità, alla digitalizzazione e all’uso consapevole del digitale in chiave sostenibile.
Anche in questo caso, la misurazione si basa sul rapporto tra la popolazione definita “sostenibile digitale” e tre gruppi di riferimento: la popolazione digitale e sostenibile, la popolazione sostenibile e la popolazione complessiva. La somma di questi valori restituisce l’indice DiSI™ di ciascuna città metropolitana, esprimendo il grado di sostenibilità digitale specifico per ogni contesto urbano.
In continuità con l’approccio già adottato per le Regioni, il DiSI™ City si propone di misurare in modo mirato il livello di sostenibilità digitale delle principali aree metropolitane italiane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia.
Le rilevazioni dell’Osservatorio misurano il livello di sostenibilità digitale dei cittadini italiani in diversi ambiti verticali: commercio, energia e ambiente, mobilità, salute, smart working, food, turismo.
La classifica delle regioni italiane
La classifica generale delle Città Metropolitane che emerge dal DiSI™ City evidenzia come la mancanza di infrastrutture digitali e di cultura faccia aumentare il divario Nord/Sud del Paese, e contribuisca ad allontanare gli obiettivi di sostenibilità del PNRR e di Agenda 2030.
Più nel dettaglio, sul podio si posizionano Bologna, Roma e Venezia: città nelle quali la consapevolezza dell’uso della tecnologia come strumento di sostenibilità risulta essere più diffusa sul totale della popolazione. Palermo, Napoli e Reggio Calabria chiudono invece la classifica.
Apparentemente sorprendente la bassa posizione in classifica di città fortemente infrastrutturate come Torino e Milano, rispettivamente al nono e decimo posto: ciò, tuttavia, dipende dal fatto che in queste realtà le infrastrutture tecnologiche sono considerate come una commodity, e il loro ruolo di abilitatori della sostenibilità non è percepito da parte dei cittadini.
Paper DiSI City
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