Il Manifesto per la sostenibilità digitale

La Fondazione per la sostenibilità digitale, partendo dalla propria prospettiva di ricerca e dagli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale, ha elaborato un Manifesto in dieci punti che vogliono rappresentare un’occasione di riflessione circa il ruolo della tecnologia digitale quale strumento di sostenibilità, evidenziando la sua funzione centrale nella costruzione di modelli di sviluppo sostenibile nel quadro di riferimento di Agenda 2030.

Il Manifesto, presentato a dicembre 2019 alla Camera dei Deputati in occasione dell’ottava edizione di “Tecnologia Solidale”, è stato subito sottoscritto dalla Ministra dell’Innovazione Paola Pisano. E’ intenzione del DTI ampliare il numero di Istituzioni che sceglieranno di aderire al Manifesto, per fare di esso il pivot di un’azione trasversale di sensibilizzazione, che basi la sua essenza sulla presa di coscienza del fatto che fare della tecnologia uno strumento di sviluppo sostenibile implica promuoverne la cultura, supportare lo sviluppo di consapevolezza, sviluppare competenze trasversali in tutte le fasce della popolazione.

Nel corso del 2020 il Manifesto, grazie anche al supporto dei partner dell’Istituto, verrà presentato nelle scuole e sarà oggetto di iniziative di promozione e divulgazione specifiche rivolte ad Aziende e Pubbliche Amministrazioni.

Il Manifesto

1

La trasformazione digitale non impatta solo sui processi cambiando il modo in cui si fanno le cose. Tocca la loro natura profonda, ridefinendone il senso.

2

La trasformazione digitale sviluppa un cambiamento su persone, ambiente, società, cultura, economia. Contribuire alla definizione della direzione di tale cambiamento è una responsabilità comune.

3

Gli sviluppi della tecnologia possono essere solo parzialmente orientati o determinati. Il tentativo di comprendere le dinamiche della trasformazione digitale, e di influenzarle, deve partire da questo assunto.

4

La definizione del ruolo del digitale nella società passa da due elementi: la direzione che si può imprimere agli sviluppi delle tecnologie e la retroazione che esse producono su persone, economia ed ambiente nel processo di cambiamento della società stessa. Tali elementi sono inscindibilmente collegati e profondamente interdipendenti.

5

Non ha senso limitarsi alla domanda se la tecnologia faccia “bene” o “male”. La tecnologia non è buona o cattiva. Ciò non vuol dire che non produca effetti nell’una o nell’altra direzione. È fondamentale quindi interrogarsi sugli impatti negativi per minimizzarli, ma concentrarsi su quelli positivi per valorizzarli.

6

L’impegno maggiore dell’uomo deve essere nel comprendere come la tecnologia sia funzionale ad esso, e non il contrario. A tale scopo dobbiamo
tentare di orientarne gli sviluppi perché produca, strumentalmente, impatti positivi sulla società.

7

Il concetto di impatto positivo sulla società si concretizza nel contributo della tecnologia allo sviluppo di una società sostenibile.

8

I criteri di sostenibilità economica, sociale ed ambientale definiti dalle Nazioni Unite e consolidati in Agenda 2030 devono diventare un faro nelle scelte che determineranno lo sviluppo delle tecnologie quali strumenti per costruire un futuro sostenibile.

9

Il sistema culturale, fatto di intellettuali, accademici, ricercatori, operatori dell’informazione deve promuovere la conoscenza degli strumenti tecnologici favorendo lo sviluppo di consapevolezza diffusa in cittadini, istituzioni, imprese, decision maker.

10

La storia dimostra come la tecnologia abbia migliorato le condizioni di vita delle persone. L’operato dei decision maker deve essere quindi orientato a favorire il massimo sviluppo tecnologico in un quadro interpretativo che – senza frenare il progresso – lo orienti in una direzione compatibile e strumentale ad un mondo sostenibile.

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